Siamo ostaggi di bottegai, baristi, ristoratori, camorristi, spacciatori, ultras, fascisti, no Mask, negazionisti. Pur di far soldi, se ne fregano della salute collettiva, fingono di non capire che i clienti senza mascherina (altrimenti come bevi, come mangi?) sono potenziali veicolatori del virus. Non è colpa loro. Ma certamente è colpa di chi fomenta rabbia e scatena disordini per ricattare il governo nella speranza di mettere le mani sul bottino dei miliardi Ue. L’emergenza fa l’uomo ladro, imbroglione, alimenta l’ingordigia.
Dire che l’economia del Paese va in malora perché bar e ristoranti non incassano come prima (pagavano le tasse o dichiaravano introiti miserabili per frodare il fisco?) vuol dire pigliare per il naso la gente. E pure i decreti di Palazzo Chigi sono il riflesso di questa ipocrisia. L’economia vera è quella delle fabbriche, del commercio, dell’agricoltura, della tecnologia avanzata, dei prodotti finanziari: un pianeta complesso, sofisticato, problematico dove ogni giorno si combatte la pandemia senza rivoltare le piazze, cercando di preservare la salute dei lavoratori, spesso grazie al buon senso e all’intesa tra le parti. Esistono priorità ben diverse da quelle futili delle movida. C’è un’Italia seria e responsabile sempre più stufa dei ducetti che incitano alla ribellione per nascondere le magagne. C’è l’Italia della cultura che soffre per la drammatica crisi del settore ma che sta reagendo con creatività e intelligenza alla mazzata del virus, purtroppo questi sforzi non trovano sempre il necessario sostegno da parte delle istituzioni.
La pandemia è globale, bisognerebbe affrontarla uniti e non litigando per meri interessi di partito o meschine convenienze personali. Si è smarrito il senso della comunità e della solidarietà, si sta cinicamente sacrificando la generazione dei più anziani, colpita da contagi sciagurati - continuo ad incontrare gente che se ne frega di indossare la mascherina e vedo bar e ristoranti dove i clienti siedono uno accanto all’altro senza rispettare la distanza di sicurezza. Assisto ad un menefreghismo diffuso, rilanciato da ignobili trasmissioni tv, persino quando le telecamere inquadrano gli spalti delle tribune, negli stadi che possono ospitare solo mille tifosi per partita, vedo che presidenti (ad esempio Lotito della Lazio, tanto per non far nomi) con mascherine abbassate o senza, in spregio alle disposizioni. Domenica, i panchinari della Juve, in primis Buffon, stavano uno accanto all’altro senza mascherina, è ben gli sta allora se poi devono rinunciare a vedere in campo molti loro compagni, come Ronaldo. O come Donnarumma stasera assente per Covid nella delicata sfida con la Roma (pure il giovane aitante vichingo Hauge si è beccato il coronavirus). Baci, abbracci, ammucchiate dopo ogni gol e a fine partita...in barba ad ogni precauzione.
Che messaggio arriva da questa anarchia? Che ci stiamo ritrovando sulla ripida strada in discesa diritti ad un nuovo lockdown. Sopportabile da chi ha adeguati strumenti culturali per affrontare isolamento e per sopperire al vuoto delle relazioni sociali tenute in piedi solo virtualmente (ma non tutti se lo possono permettere). Sopportabile se gli spazi domestici consentono, quando necessario, privacy, o, almeno, la possibilità di disporre di un proprio spazio. Il proprio territorio. Fisico e mentale. Grazie alla sconsideratezza di un’estate all’insegna della sfrenata gioia e dell’inosservanza d’ogni precauzione, ora ne paghiamo le conseguenze. Invece di vigilare sull’operato delle istituzioni e di baccagliare sui banchi di scuola se cambiarli o no con quelli a rotelle, non abbiamo controllato se gli ospedali si attrezzavano per parare la “seconda ondata” pandemica prevista è ineluttabile. Non sono stati fatti acquisti per tempo di vaccini antinfluenzali, al contrario degli altri Paesi (in Francia basta recarsi in farmacia...).
Potrei continuare con l’elenco di quello che si poteva e doveva fare a luglio, ad agosto, a settembre, dal rafforzamento dei trasporti per garantire spostamenti più sicuri per studenti ed impiegati allo scaglionamento degli orari di scuole e aziende. Come carenti sono i servizi di controllo da parte delle forze dell’ordine, specie di notte. Siamo sull’orlo del baratro, ormai.