IL MALE ASSOLUTO NON DEVE
ESSERE MAI DIMENTICATO
CESIRA FENU
Sono trascorsi quasi ottant’anni da quel 27 gennaio 1945 e ben 90, il 30 gennaio 1933, dall’ascesa al potere di Hitler che ha marchiato a fuoco quello che è stato definito “il secolo degli stermini”. Nella vasta letteratura al riguardo segnalo il saggio dello studioso Franco Meroni (Milano, 1957) “Il Convoglio” che si occupa in particolare del convoglio partito da Bolzano il 5 agosto 1944 con 308 deportati italiani destinazione il Campo di Mauthausen, in Austria. Il libro, pubblicato da Mimesis per la collana “Le carte della memoria”, ricostruisce puntigliosamente e con profonda sensibilità , la vicenda di una variegata umanità che rappresenta uno spaccato della società italiana del tempo e come i deportati abbiano agito per una scelta morale, come i sacerdoti, o ideologica, come i politici, o per umanità come coloro che aiutavano soldati angloamericani ed ebrei. Tra i deportati vi sono partigiani, donne, operai della Breda di Sesto San Giovanni, politici, sacerdoti antifascisti. Tra essi don Roberto Angeli di Schio (Vicenza). Egli teneva a Livorno conferenze pubbliche in cui mostrava l’antiteticità della dottrina cristiana e del razzismo nazista. Meroni riporta una significativa frase: “Dio creò l’Uomo, non l’Uomo ariano”. Egli era impegnato nella rete di aiuto agli ebrei e ai militari alleati prigionieri che faceva capo al Vaticano da cui partivano documenti falsi per centinaia di persone nascoste nei paesi dell’Emilia Romagna e della Toscana. Arrestato nel maggio del 1944, viene prima condotto a Villa Triste e sottoposto a interrogatori e poi a Fossoli dove si darà da fare in tutti i modi per aiutare i compagni di prigionia. Da Fossoli partirà per Bolzano da dove su carri bestiame chiusi con solo una piccola apertura vicino al soffitto da cui entrava un refolo che a poco serviva nel caldo di agosto, stipati e senza potersi sedere o riposare, nell’assoluta promiscuità , raggiungerà Mauthausen e poi Gusen. Anche da internato, pur attraversando momenti di sconforto, reagisce con la fede profonda e vissuta nella pratica quotidiana con attenzione a chi sta peggio ...