IERI/OGGI
Le prfoessioni
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LA LEZIONE
DI SCALFARI,
LE SUE IMPRESE
MERAVIGLIOSE,
LE SUE
STRAORDINARIE
VIRTU’ E PURE
I SUOI DIFETTIBeppe Lopez intervistato da Stornaiolo IL DIALOGO DEL LUNEDI’ -18 Caro Maestro, politicamente parlando, nel bel mezzo di una gelida estate, a darci la pelle d’oca non è stata tanto l’ennesima crisi della sventurata politica italiana, quanto piuttosto la scomparsa di un monstre del giornalismo italiano: Eugenio Scalfari. Un grande italiano, un protagonista assoluto della storia nazionale dal dopoguerra (almeno dalla fondazione dell’Espresso, nel 1955) al terzo millennio, il più grande giornalista italiano in assoluto. Altro che dopo Montanelli o come Montanelli. A parte le collocazioni politiche (nel caso di Montanelli reazionarie) e la netta differenza di approccio socio-culturale alle questioni sociali (nel caso di Scalfari ben più complesso e moderno), l’uomo di origini calabresi nato a Civitavecchia, figlio di un croupier – e i cui primi lavori sono stati appunto il croupier e il bancario – è diventato negli anni un gigante. Non credo che esista al mondo qualcosa che si avvicini alla sua impresa maggiore: fondare, inventare da zero un nuovo quotidiano nazionale nel 1976 e arrivare undici anni dopo al sorpasso del più venduto e autorevole quotidiano del Paese, il Corriere della Sera, fondato ben un secolo prima, vendendo in media 538.263 mila copie al giorno (e raggiungendo in seguito, con alcuni inserti e allegati particolarmente indovinati, quota 800 mila e punte di 920 mila). Quasi un miracolo. A maggio ragione se si tiene conto che in Italia l’abitudine di comprare e leggere un quotidiano risultava da sempre tra le più basse del mondo civile. Consentendo e imponendo, poi, a tutti i quotidiani e i giornalisti italiani, ma si può dire a tutto il sistema dell’informazione italiana un potente processo di modernizzazione, perlomeno di format e organizzativo......
data: 20/07/2022 17:33
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LO STREGA
DI DESIATI,
I PUGLIESI
E LA NETTA
DIFFERENZA
FRA ROMANZI
DI GENERE
E NARRATIVA
LETTERARIABEPPE LOPEZ INTERVISTATO DA STORNAIOLO Allora, che mi dici di Mario Desiati? Un pugliese premio Strega è un riconoscimento, oltre che per lo scrittore locorotondese-martinese, anche per il crescente protagonismo dei nostri narratori di successo: Gianrico Carofiglio, Nicola Lagioia, Giancarlo De Cataldo, Gabriella Genisi… O no? Ti dico subito che mi è piaciuta molto la sua prima dichiarazione, da vincitore del più importante premio letterario italiano, dominato e deciso, come la gran parte dei premi e delle rassegne letterarie "più prestigiose", dalle case editrici più importanti e in particolare dal gruppo editoriale italiano più potente, vale a dire la Mondadori… Gruppo al quale appartenevano cinque dei sette finalisti dello Strega, compreso il libro di Desiati Spatriati. Ma dimmi cosa ti è piaciuto della sua prima dichiarazione. Mi è piaciuto che lui, appena ricevuto il premio e nonostante il suo look modernista, abbia ribadito con le parole - dopo i fatti, cioè i suoi libri - di fare riferimento agli scrittori del Novecento. Che lo abbia fatto citando in particolare tre scrittrici pugliesi: Mariateresa Di Lascia, Maria Marcone e Rina Durante...
data: 14/07/2022 19:26
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IL GRILLISMO
È STATO DUNQUE
L’ENNESIMO
TRADIMENTO
DEL VOTO
DEGLI ITALIANI?Beppe Lopez intervistato da Antonio Stornaiolo - 15 IL DIALOGO DEL LUNEDI’ Maestro, manco il tempo di girare lo sguardo verso il mare, che nella politica italiana è successo di tutto. Ha sentito della divisione dei Cinque Stelle? Conte resta e Di Maio se ne va. È rimasto male alla notizia? Mi pare che lei abbia sempre avuto un debole per questi ragazzi che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno… Non scherziamo, Stornaiolo. In realtà ho cercato sempre di mantenere verso di loro – come bisognerebbe fare verso tutti e tutto, sempre – un’attenzione critica, scevra da ogni pregiudizio, favorevole o sfavorevole. Sin dalla nascita del Movimento, non ho mai condiviso certi entusiasmi acritici nei confronti dei grillini, né la puzza sotto il naso con la quale gran parte degli opinionisti nazionali ne hanno accompagnato gli errori e le ingenuità. Lei non ricorda, ma io mi rifiutai di andare sul palco del Vaffanculo-Day del 25 aprile del 2008 a Torino. Grillo aveva fatto tutta la sua campagna per l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali (e dell’Ordine dei giornalisti) usando il mio libro/dossier La casta dei giornali (Stampa Alternativa), che per questo ebbe una diffusione clamorosa. E mi aveva invitato a Torino. Ma io gli avevo detto di no, motivandolo con un articolo sul Manifesto: lui condivideva la mia analisi del fenomeno, ma io non condividevo la sua idea di fare terra bruciata di tutto (giornali e ordine dei giornalisti) dalla mattina alla sera. Insomma, lui voleva fare la rivoluzione – che, come sempre, finisce come sta finendo la vicenda grillina - e io ero, come sono, un convinto riformista. Ancora nel 2013, lui firmava la presentazione del mio libro INDECENTI! Dizionario degli orrori della vita pubblica in Italia (Stampa Alternativa) e la casa editrice Adagio del suo socio Gianroberto Casaleggio mi pubblicava l’ebook ANTOLOGIA DEL VENTENNIO (1992-2012). Il teatrino mediatico italiano. Insomma, loro aderivano a quello che io scrivevo e io non sono mai andato ad una loro manifestazione, non ho mai partecipato ad alcuna riunione, non mi sono mai candidato a niente...
data: 03/07/2022 18:48
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ECCO CHE TORNA
LA POLITICA
ITALIANA,
FRA EMERGENZE,
RITARDI
E PERSONALISMIBeppe Lopez intervistato da Antonio Stornaiolo IL DIALOGO DEL LUNEDI’ Nel bene o nel male, caro il mio mentore, si finisce sempre a parlare di Politica. Comincerei, se non ti sfastidia, con la querelle del salario minimo europeo. What do you think about it? Si temeva che la crisi da Covid e ora la crisi da guerra russa contro l’Ucraina avrebbero accentuato – a livello globale e a livello di ogni singola economia e nazione - le disuguaglianze sociali, settoriali e territoriali. In realtà, per alcuni paesi come l’Italia, si è trattato e si tratta dell’accelerazione di un fenomeno preesistente. Non a caso, proprio una decina di giorni fa l’Ocse ci ha fatto sapere che negli ultimi trent'anni l'Italia è stato l’unico paese in cui i salari annuali medi sono diminuiti, precisamente del 2,9%. Ti rendi conto? In trent’anni non solo non sono cresciuti, per adeguarsi almeno al costo della vita, ma addirittura sono diminuiti. Passano pochi giorni, ed ecco la notizia dell’accordo fra governi e parlamento europeo per l’introduzione del salario minimo garantito in tutta la Ue, con questa postilla informativa: l’smg esiste già in 21 paesi dell’Ue e la sua entità va dai 332 euro della Bulgaria ai 2.256 euro del Lussemburgo. L’Italia naturalmente fa parte dei sei paesi dove il smg non c’è, insieme ad Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia e Cipro. E proprio mentre parliamo, la Germania ne ha deciso l’aumento, da 9,82 a 10,45 euro l’ora il primo di luglio, e da 10,45 euro a 12 euro a partire dal primo ottobre. E l’Italia sta a guardare… Come te lo spieghi? Proprio l’Italia che aveva la fama di un paese molto sindacalizzato, con una sinistra di lotta e di governo… Quella fama non era usurpata. Tra gli anni Sessanta e Settanta era all’avanguardia per quello che riguarda l’ascesa sociale e i diritti dei lavoratori. Basti ricordare solo l’avanzato Statuto dei Lavoratori del 1970. Ma tutto questo si riferisce a un’Italia praticamente scomparsa alla fine degli anni Settanta. Per me lo spartiacque della storia nazionale, lo sai, è la fine della fase di democratizzazione/modernizzazione brutalmente imposta al paese con l’assassinio di Moro e la cancellazione della costruzione di una democrazia compiuta avviata da Moro e Berlinguer. ...
data: 14/06/2022 18:14
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PERCHE’
HO SCRITTO
TRE ROMANZI
AMBIENTATI
NEL QUARTIERE
LIBERTA’,
LA MIA MACONDOBeppe Lopez intervistato da Antonio Stornaiolo - 12 IL DIALOGO DEL LUNEDI’ Arriva l’estate, arrivano i festival letterari. In Puglia è tutto un rifiorir di presentazioni e di interviste a quell’autrice e a quell’altro autore. Sai che c’è? Visto che con te gioco in casa, voglio intervistarti sulla tua ultima opera letteraria. Certo, sarebbe meglio farlo in una bella location balneare, di quelle nostre, in Puglia. Ma accontentiamoci Dunque: come ti è venuto in testa di scrivere un romanzo come Capibranco, una storia fina ed intricata tra due fratelli che fanno di tutto per non capirsi e non andare d’accordo, e poi di pubblicarlo insieme a Capatosta e La scordanza, per formare una trilogia intitolata Quartiere Libertà? I fattori che concorrono nascita di un romanzo, al di là della stessa, piena consapevolezza del romanziere, sono sempre molteplici. Per altri, narratori à la page, contano soprattutto le attese dell’editore, del mercato e delle classifiche di vendita. Ma io, come scrittore, vivo in un altro mondo. Scrivo ciò che mi va e poi penso alla pubblicazione. Da questo punto di vista, contano la storia che ti frulla da tempo in mente, le cose che ti succedono attorno, l’irresistibile pulsione del lessico familiare, l’integrazione e il completamento di ciò che ti è capitato di scrivere in precedenza, la scrittura che ti porta su strade che non prevedevi di percorrere... Anche Capibranco nasce da tutto questo. Era il pezzo che mancava al mio romanzo del 2000, Capatosta (Mondadori) e a quello del 2008, La scordanza (Marsilio). Non lo sapevo, prima. Me ne sono accorto quando ho finito di scriverlo. Insieme, tutt’e tre, danno conto di un secolo di vita nazionale – l’Italia premoderna, il miracolo economico, il Sessantotto, l’interruzione del processo di democratizzazione/modernizzazione alla fine degli anni Settanta, l’attuale società in cui hanno vinto coloro che avevano torto – vissuto in un quartiere popolare di Bari...
data: 06/06/2022 16:21
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UCRAINA, PASSATO
REMOTO PRE-SOVIETICO,
PASSATO
PROSSIMO
SOVIETICO
E PRESENTE
POST-SOVIETICONUNZIO DELL'ERBA
Forse nessun Paese al mondo come l’Ucraina investe un territorio più conteso e rappresenta un popolo che sta vivendo una delle esperienze più tragiche della storia umana. Essa, che per quasi tutto il XX secolo è parte integrante dell’Unione Sovietica, raggiunge l’indipendenza nazionale solo nel 1991, sempre alla ricerca di una propria identità. Dall’inizio della guerra il 24 febbraio scorso sono stati pubblicati numerosi libri, alcuni veri e propri «instant book» e altri utili per comprendere un evento così doloroso. Prima ancora che le truppe russe invadessero l’Ucraina, un excursus storico di questo Paese martoriato si ritrova nel volume «Storia dell’Ucraina. Dai tempi più antichi ad oggi» (Mimesis, Milano 2020, pp. 658) di Massimo Vassallo, seguito da «Storia e geopolitica della crisi ucraina. Dalla Rus’ di Kiev a oggi» (Carocci, Roma 2021, pp. 349) di Giorgio Cella e da «Ucraina tra Russia e Occidente. Un’identità contesa» (Edilibri, Milano 2014 e 2022, pp. 160) di Gaetano Colonna. Si tratta di tre volumi con un impianto metodologico diverso, che offrono un quadro pressoché esaustivo della storia dell’Ucraina, ancora in attesa di altre ricerche sui suoi esponenti più autorevoli del mondo politico e letterario. Storicamente il regno medievale della Rus′ di Kiev (in ucraino Kýjiv) è il più antico Stato cristiano, che corrisponde all’incirca al territorio attuale dell’Ucraina, Bielorussia, Polonia e Russia occidentale. Culla di civiltà di questi Paesi, la Rus′ di Kiev estende intorno all’anno 1000 il suo dominio fino al Baltico, finché essa perde il suo ruolo dominante nei tre secoli successivi a causa di vicende intricate e complesse. A usufruire di questa centralità politica e amministrativa è Mosca che diverrà la capitale del futuro Stato russo. La letteratura russa dell’epoca ruota intorno alla kiovia, termine gradualmente scomparso a favore di Moscovia....
data: 01/06/2022 19:07