IERI/OGGI

PUTIN,
CHE ORRORE!
CANFORA,
CHE DELUSIONE!

Beppe Lopez intervistato da Stornaiolo
per IL DIALOGO DELLA DOMENICA
(ilikepuglia.it)

Vabbè, se sei d’accordo, cominciamo con una rapida “ricostruzione dei fatti”. Secondo te, come si è arrivati all’invasione russa dell’Ucraina? Attacco premeditato o difesa necessaria per evitare “l’allargarsi” delle forze Nato in una zona sensibile per la difesa?

“Mi vuoi portare sulla politica estera? Guarda che io non sono uno specialista di tale materia. Anzi non sono specialista di nessuna materia. Sono un giornalista, un direttore, un metteur-en-page di tutto: di politica, sport, economia, cultura…”.

E non ne vogliamo parlare? Ti arrendi? Credi di non farcela? Preferisci discettare della contorta progressione di carriera del presidente del movimento 5Stelle, il corregionale Giuseppe Conte o della riforma del catasto o del progressivo avvicinamento del Bari alla serie B?

“Non mi arrendo per niente. Volevo preavvertirti che non sono uno specialista di guerra, di politica estera o di geopolitica. Ma che, se vuoi, metto in campo la mia sensibilità ed esperienza di eclettico. Ma sia chiaro: non ritengo questo approccio inadeguato rispetto a quello degli specialisti. Anzi, ritengo che per capire meglio i fenomeni complessi – poiché tutto ciò che riguarda l’uomo e i rapporti fra gli uomini è complesso per definizione – meno specialisti si è e meglio è”.

Dunque, andiamo alla ricostruzione dei fatti ucraini…

“Come al solito, siamo di fronte al concorso di fattori, un approccio sempre rimosso quando ci si divide per differenze ideologiche, culturali o scientifiche o di interessi personali. Basta guardare i talkshow: la realtà è sempre spaccata in due: bianchi o neri, governativi o anti-governativi, pro o contro, favorevoli o contrari. Per quello che riguarda l’invasione russa, non ci sono solo due possibili motivazioni, cioè la difesa necessaria per evitare “l’allargarsi” delle forze Nato o l’attacco premeditato (peraltro l’una non esclude l’altro). All’invasione hanno concorso anche ciò che è successo negli ultimi tempi in Ucraina, il malessere della minoranza filo-russa e la progressiva evoluzione della cultura e delle abitudini di gran parte del popolo ucraino verso l’occidentalizzazione e la democratizzazione, le ricadute della globalizzazione e della vita in Rete, il “ritiro” degli Usa, la debolezza in genere dell’Occidente, i ritardi nella costruzione di una forte Unione Europea, la mancanza di un esercito europeo, il crescente complesso di inferiorità e l’ormai pesante inferiorità economica della Russia rispetto alla Cina, i temperamenti personali…”.

In particolare del moderno attore-premier ucraino e dell’“antico” agente dei servizi e leader russo. Ma dài, è chiaro che hanno avuto un ruolo un sacco di cose, ma ci sarà stato pure un elemento che ha fatto da detonatore…

“Proprio qui volevo arrivare. Mi hai anticipato. Nei fenomeni complessi agiscono sempre un sacco di fattori: li stavo enumerando perché, anche in questo caso, la gente se ne è dimenticata e si è accapigliata, dividendosi in favorevoli e contrari, in bianchi e neri, in pro e contro. Invece bisogna sempre tenere presente la complessità, per capire e poter poi passare a individuare l’“elemento scatenante”, valutandolo per quello che è, niente di più e niente di meno. Quello che alla fine conta (pur non essendo mai, bisogna ribadirlo, esaustivo per capire ciò che sta avvenendo). Infatti, nel fare quotidiano, vale ciò che prevale”.

 Bella questa massima. Fa pure rima: nella vita vale ciò che prevale. Di chi è?

“Di nessuno. È una mia vecchia sintesi. Sono contento che ti piaccia”.

 Mé, vai al sodo: in questo caso cosa è prevalso?

“Vabbè, te lo dico: la storia, la cultura, la formazione, il carattere e la caratterialità o le patologie dell’ex-agente del Kgb. Concepire ciò che ha fatto (persino a prescindere da torti e ragioni in campo), ricattare il mondo intero col pulsante delle armi nucleari, invadere una nazione civile con quarantatré milioni di abitanti, bombardare e distruggere case, edifici storici, servizi civili, ospedali e scuole, ammazzare civili, bambini, anziani e disabili… Tutto questo, in diretta televisiva, facendosi odiare, indignando e mobilitando persone in ogni parte del mondo, mettendosi contro le leadership e l’opinione pubblica della gran parte delle Nazioni, giocandosi tutto anche sul piano della stabilità del suo personale potere nel suo Paese. Non ho dubbi: Putin, in questa colossale tragedia, ci ha messo del suo. La sua sub-cultura imperialista e da Kgb, i suoi demoni, la sua lucida e cinica follia…”.

Hanno fatto scalpore alcune dichiarazioni del Prof. Luciano Canfora che, da studioso quale egli è, si è semplicemente limitato a dire, la faccio breve, che la storia di un conflitto non comincia mai il giorno in cui quel conflitto inizia e che quindi le “ragioni” di un’invasione non sono sempre dei “torti” da condannare. Tu che dici?

“Non ha detto semplicemente quello. Ha detto cose di un cinismo truculento. Una “guerra in cui in realtà non c'è nulla. Oggi leggevo il Corriere: le prime 15 pagine mi sembrano basate su pianti e urla dei popoli, nulla di più". Urla, orrore, morte, distruzione. “Nulla di più”! La testimonianza di vite assassinate e stravolte liquidate, di bambini trucidati, di anziani e disabili trattati come birilli, “una serie di interviste ai passanti”. E poi: “Questa è una guerra tra potenze. Invano si cerca di far capire che nessuna potenza può accettare i missili a pochi chilometri dalla sua capitale”. Per cui sarebbe lecito radere al suolo un Paese terzo, democratico, disconoscendo il diritto all’autodeterminazione di 43 milioni di persone, provocando decine di migliaia di morti e milioni di famiglie in fuga. Vedo che poi lo stesso Canfora si è accorto di aver detto cose deliranti, smentendo l’intervista alla Gazzetta, che sarebbe stata ''modificata manipolata travisata sostituita”, prendendosela con la “signora” che l’aveva intervistato e con la direzione del giornale dalla quale essa prenderebbe ordini, evidentemente di tipo atlantista, anti-comunista e magari giudaico-massonica. In realtà, di fronte a quella immane tragedia, una persona pur colta ma priva di umanità e di empatia avrebbe fatto bene a starsene zitto. Personalmente sono da tempo un fan – con orgoglio di appartenenza geoculturale - del Canfora specialista, storico e antichista. Ma il suo antico, eccessivo ideologismo e la sua potente autoreferenzialità specialistica, di fronte alla terrificante novità dell’invasione dell’Ucraina da parte della Madre Russia, lo ha reso cieco e sordo, derubricandola a un volgare risiko fra potenze”.

Ehhh! Che esagerazione. Questo che cos’è! Secondo me -invece- il Professore c’ha visto giusto. Ha spacchettato il mazzo a dovere per dare le carte. Le cose vanno sempre messe nella loro giusta collocazione. Auè, non è che stiamo cadendo anche noi nella trappola del bianco e del nero? In ogni caso leggo una grossa delusione per un barese verace come te?

"Senza dubbio, ne andavo orgoglioso veramente. Debbo ammettere che un motivo di sconforto Canfora me lo aveva già dato. Quando ho letto per caso che, come un barone universitario democristiano qualsiasi, nell’università di Bari contava sulla vicinanza accademica quotidiana di moglie, due figli e nuora. E che, respingendo l’accusa di familismo, rispose ad un giornalista che io non so neppure quale sia la disciplina che insegna mia figlia”.

“E in ogni caso se lei ritiene che ci sia qualcosa di storto, vada a farselo raddrizzare da chi di dovere”, avrei aggiunto io, fossi stato al suo posto. Quando uno non ha nulla da nascondere, fa bene a difendersi e a dire le cose come stanno. Specialmente voi metteur-en-page a volte siete abili a raccontarla a modo vostro… vabbè: torniamo alla guerra. Churchill, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, parlò di cortina di ferro tra le forze dell’Ovest e dell’Est. Questi blocchi sembrano ripresentarsi. Ma hanno ancora senso? Da una parte abbiamo cittadini trattati come consumatori, apparentemente liberi; dall’altra cittadini privi di democrazia, ma che emulano modelli occidentali di vita legati - guarda un po’ - al consumo…

“La globalizzazione nel bene e nel male è inarrestabile. Farà strame degli ideologismi e dei rimpianti nazionalistici. Putin è un disperato, può fare danni - e che danni! – ma è finito. Il suo mondo (e un po’ anche quello di Canfora) non esiste più. Ma la globalizzazione, per essere tale, non può non globalizzare tutto: certo, la capacità pervasiva del consumismo e la potenza delle grandi multinazionali (della speculazione e del malaffare) ma anche i diritti individuali, la consapevolezza dei meccanismi della produzione e della organizzazione della società, la visibilità del disagio e della protesta. Io sono un ottimista. Pur fra ritardi e passi all’indietro, lo stato dell’umanità va avanti. Stiamo generalmente meglio di ieri. I nostri figli e nipoti staranno generalmente meglio di noi”.

Se lo dici tu. Chiudo con una riflessione: ma non è che Putin sta facendo tutto ‘sto casino per vedersi assegnato -post mortem- il nome di una città? Lenin ha avuto Leningrado, Stalin ha avuto Stalingrado… Non è che noi, per fare prima, gli vogliamo dare Putignano così la smette di agitarsi?

“Putin non vuole essere amato. Vuole essere temuto. Non promette festa, farina e forca. Le prime due effe le ha eliminate. Niente divertimento. Perciò credo che Putignano, col suo Canevale, non sia adatta per lui. Vediamo… ci sarebbe Casa del Diavolo, vicino Perugia, chiamata così perché Annibale, passando, vi lasciò morte e distruzione. Oppure, Sacrofano, vicino Roma, ma prima bisognerebbe opportunamente restituirgli l’antico nome di Scrofano. No, meglio una frazione di Giano dell’Umbria dall’evocativo nome di Bastardo. Già bella e pronta”.