IERI/OGGI

MALAGIUSTIZIA
E INFORMAZIONE
Ma alla fine ci sarà
un giudice a Potenza?

ALBERTO FERRIGOLO
(professionereporter.eu)

Ventitré anni d’attesa.

Per una causa e un ricorso contro un licenziamento ritenuto immotivato. La discussione viene rimandata: dodici rinvii negli ultimi otto anni.

Lentezza della giustizia? Sovraccarico di lavoro? Accade al Tribunale Potenza. E a soffrirne è il giornalista Beppe Lopez, che all’epoca del brusco e repentino congedo da direttore de La Nuova Basilicata, aveva poco più di cinquant’anni e ora ne ha 75.

Meglio, le cause sono due: una con l’azienda editoriale, Alice Idea Multimediale Srl, per illegittimo licenziamento, l’altra contro l’editore Donato Macchia, piccolo imprenditore di Potenza, che al tempo s’occupava di alberghi, tappi per le bottiglie d’acqua minerale, una piccola tv locale, un ristorante, una stazione di servizio, e si era impegnato – a titolo personale – a garantire il contratto per tre anni.

BASSA PERCENTUALE

Giornalista noto per aver fatto parte nel ’76 del primo nucleo fondativo de la Repubblica, scritto saggi e libri, tra cui il pamphlet “La Casta dei giornali” (Stampa Alternativa, 2007), nel 1979 Lopez lascia il giornale di Scalfari e fonda e dirige il Quotidiano di Lecce, fino a fine ‘81. Dirigerà in seguito, per dieci anni, anche la Quotidiani Associati dall’89 al ‘97, agenzia che fornisce servizi nazionali già confezionati ai quotidiani locali.

Nel 1998 lascia Roma, chiamato da Macchia per aprire la prima iniziativa editoriale della Basilicata, là dove insiste invece l’unico giornale distribuito, La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari: “E’ una sfida, in una regione agli ultimi posti in Italia per numero di lettori, dove si registra la più bassa percentuale al mondo: 2,4 copie ogni cento abitanti”, chiosa Lopez.

L’ambizione è alta: formato tabloid, foliazione tra le 32 e le 40 pagine, redazioni a Potenza e Matera, corrispondenti in ognuno dei 131 comuni della Basilicata, due uffici a Nord e a Sud della regione, Rionero e Lagonegro. Il direttore si mette subito al lavoro, l’obiettivo è quello di vendere nel primo anno 2.500 copie, 3.500 nel secondo, 4.500 nel terzo.

DIECI ANNI DI CONTRATTO

Lopez non ha fretta, rassicurato dall’editore stesso, che gli ha personalmente e contrattualmente assicurato tre anni di lavoro, mentre l’azienda, Alice Idea Multimediale Srl, alla scadenza del primo anno, ha addirittura rilanciato l’offerta, con un rinnovo di contratto fino a dieci anni.

Ma quelli sono anche i giorni in cui scadono i contratti agevolati previsti dall’accordo con la Fieg, la Federazione degli editori, e la Fnsi, la Federazione della stampa, e l’editore preme perché vengano interrotti per non doverli poi trasformare in contratti regolari, con gli oneri del caso. “Questo, però, avrebbe anche determinato la fuoruscita dal giornale dei pochissimi professionisti baresi, leccesi e romani che ero riuscito a coinvolgere in un’impresa pionieristica, dunque il loro ritorno nello stato di disoccupazione, ma anche, di fatto, la fine di quell’esperienza di un giornale professionale, come in seguito è accaduto”, ricorda Lopez. Che si oppone alle richieste dell’editore, e viene rimosso dalla direzione, previa promessa di un suo utilizzo in altro incarico – per altro mai avvenuto – e poi licenziato.

NUOVA DEL SUD

Nel frattempo, mentre l’azienda falliva, pur continuando ad uscire con una diversa testata, non più La Nuova Basilicata, ma La Nuova del Sud, per vent’anni Beppe Lopez ha atteso che il Tribunale di Potenza lo convocasse e si riunisse per discutesse il suo caso, racchiuso nelle due cause intentate ad Alice Idea Multimediale Srl e a Donato Macchia, editrice ed editore. Come detto, ben dodici rinvii di udienza negli ultimi otto anni. Nel 2019 si muove direttamente la Fnsi, che prende l’iniziativa per denunciare pubblicamente i ritardi accumulati nel corso della procedura giudiziale. Nel frattempo, a causa del fallimento dell’editrice, la prima causa si è trasformata in una richiesta di ammissione di Lopez alla procedura fallimentare e a quella con l’editore. La lentezza con cui opera il Tribunale di Potenza diventa anche l’oggetto di una sollecitazione di interessamento del Csm da parte della Federstampa, ciò che probabilmente non giova alla causa. I giudici rispondono che il Tribunale soffre problemi di organico.

Nel giugno del 2020 i giudici emettono improvvisamente le due sentenze di primo grado, senza aver ascoltato il diretto interessato. Il Tribunale rigetta il ricorso e a Lopez viene negata ogni soddisfazione delle sue richieste. “Mi hanno negato tutto: il diritto di partecipazione al fallimento, il riconoscimento di un contratto pur garantito per dieci anni, le mensilità non pagate, il credito relativo al Tfr, i risarcimenti per demansionamento, il mancato preavviso, il credito per spese connesse ai procedimenti penali”, s’infervora il giornalista.

BONIFICO RISARCITORIO

Oltre a negare il danno subito, le due sentenze ingiungono a Lopez di pagare le spese processuali per un importo di 21.424 euro che, maggiorato di rimborso spese, Iva e CPA per legge – ovvero l’indicazione in fattura del contributo dovuto per la previdenza dell’avvocato pari al 4% – arriva a 25 mila euro.

L’interessato ha presentato ricorso per ambedue le sentenze alla Corte d’Appello di Potenza, mentre i suoi avvocati hanno chiesto agli stessi giudici d’Appello di sospendere, in attesa dell’agognato dibattimento, l’esecuzione del pagamento delle spese processuali, richiesta respinta.

Morale? “Per una causa che risale a ventitre anni fa, sulla base di un accordo con la curatrice fallimentare mi trovo adesso a dover sottoscrivere ogni mese un bonifico risarcitorio di 500 euro, per quattro anni, fino all’età di 80 anni”, spiega l’ex direttore.

INSINUAZIONE TARDIVA

Nel frattempo, l’udienza per l’Appello sulla garanzia contrattuale firmata personalmente dall’editore Donato Macchia è fissata per il 5 aprile prossimo, mentre l’udienza per l’Appello alla sentenza sullo stato fallimentare dell’azienda Alice Idea Multimediale Srl, per la quale Lopez è stato condannato a liquidare le spese legali, fissata per lo scorso 25 gennaio, è stata rinviata al 14 giugno.

Nel gennaio del 2008, Lopez ha proposto istanza di “insinuazione tardiva” al passivo del fallimento di Alice Idea Multimediale Srl in via privilegiata per un importo di 1.361.342,561 euro.

Ma ci sarà, alla fine, un giudice a Berlino? O meglio, a Potenza?

(*) da www.professionereporter.eu, 27 marzo 2022