IERI/OGGI

IMMA TATARANNI SOSTITUTO PROCURATORE, L'AFFAIRE DELLE PALE EOLICHE
E I DANNI ALL'AVIFAUNA

SABINA GIOVENALE

Nell’ultimo episodio della seconda stagione della fiction “Imma Tataranni sostituto procuratore”, ambientato e girato a Matera e in altre località della Basilicata, ci sono stati dei protagonisti insoliti per una fiction, ma niente affatto marginali nel racconto tratto dai romanzi di Mariolina Venezia: le pale eoliche. Ho visto la puntata e alla fine ho pensato: “Molto coraggiosa, ma mi sa che scoppierà un casino”, cosa che è poi puntualmente accaduta.

Infatti la storia racconta di un uomo che ha avuto la sua vita stravolta dalle pale eoliche installate vicino alla sua abitazione e sui suoi terreni: racconta del rumore fastidioso ed estenuante e di tutti i cadaveri degli uccelli che trova nei suoi campi, specialmente nel periodo delle migrazioni, in primavera e in autunno.
Andando a visitare Matera, qualche anno fa, ho notato lungo il percorso, nelle splendide campagne lucane, lo spropositato numero di queste pale, che sottolineavano i crinali collinari. Da biologa e appassionata di uccelli avevo considerato il probabile impatto negativo sull’avifauna e però, trattandosi di energia pulita, schierarsi tout court contro questi impianti non si può: bisogna capire meglio la questione. Anche se un così smisurato numero di impianti, cresciuti in così breve tempo, porta a pensare ad un gran giro di affari e a movimenti di denaro in cui forse di pulito c’è solo l’energia.

Ma torniamo alla bufera originata dalla fiction. Come riportato da Rosita Cipolla nel suo blog sul sito Green me, la narrazione negativa sulle pale eoliche mostrata nella puntata non è piaciuta all’ANEV, l’associazione nazionale energia del vento, che in una lettera indirizzata alla Rai si è così espressa:
“Nel corso della puntata si dà una descrizione errata e tendenziosa di un settore, come quello eolico, che è nella realtà foriero di benefici di natura ambientale ed economica, sempre più evidenti oggi, con la crisi energetica e climatica in atto. Nello specifico, viene descritto un parco eolico molto vicino alle abitazioni, e questo non è veritiero, in quanto non è consentito dalla normativa attuale che non autorizza la realizzazione di impianti eolici in prossimità dei centri abitati, prevedendo una fascia di rispetto pari a sei volte l’altezza della torre di un aerogeneratore, considerando quindi l’attuale tecnologia una distanza pari a circa 500 m.
È pertanto menzognero parlare di rumore molesto della turbina, che peraltro corrisponde solo all’attrito dell’aria con le pale eoliche e con la torre di sostegno e che le moderne tecnologie hanno ridotto al massimo. Viene descritto l’impianto eolico come impattate sull’ecosistema e pericoloso per l’avifauna. Anche questa è una notizia falsa, perché vige l’obbligo per chi costruisce gli impianti eolici di effettuare degli studi sul territorio e di escludere le zone che interessano le rotte migratorie dei volatili.”
L’ANEV ha chiesto quindi un chiarimento trovando che “un tema così importante dovesse essere trattato in modo maggiormente attento, al fine di poter contribuire ad una corretta informazione sul tema delle energie rinnovabili che, alla luce dell’attuale crisi energetica mondiale, dovrebbe essere affrontato non diciamo con favore ma certamente non in modo ostile e contrario.”
A supporto delle affermazioni dell’ANEV si sono espressi sia l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, secondo cui “l’eventuale impatto degli uccelli che potrebbe verificarsi con una turbina eolica è inferiore a quello che avviene con automobili, pali della luce e del telefono”, sia il WWF, per il quale “i benefici che il settore eolico porta a fauna e avifauna, in termini di lotta al cambiamento climatico, sono superiori, considerando che, sulla base di più di 200 lavori scientifici, si evidenzia che a causa delle emissioni di gas serra alcune specie sono in declino fino al 90% e con insuccesso riproduttivo totale e senza precedenti”.
Invece il Coordinamento Basilicata e Puglia della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) ha apprezzato il tema proposto dalla fiction, esprimendosi così:
“Modalità aggressive e senza concertazione sociale degli insediamenti eolici, rumore assordante per quanti lavorano o addirittura sono costretti a viverci in prossimità, bellezza del territorio rurale trasformato in una “via crucis”, uccelli colpiti dai rotori eolici – Un passaggio di verità più unico che raro sullo schermo TV, considerando 20 anni di omertà dei grandi media e del servizio pubblico RAI sullo scempio del Sud, con un qualunquismo imperante nei talk nazionali, estromettendo dalla parola chi è costretto ad ospitare questi impianti.
Un contesto falsificato in nome della “energia pulita” usata (a torto) come ricatto per imporre centinaia e centinaia di questi impianti industriali, con annessi sbancamenti, elettrodotti, stazioni elettriche”.
La Rai si è difesa in modo a mio parere impacciato e maldestro, sostenendo che in fondo, muovendosi nell’ambito delle opere di fantasia, “la narrazione degli eventi prescinde dal requisito della verità” e che “dialoghi e contesti sono, infatti, frutto della libertà artistica degli autori” e che “in un siffatto contesto, per lo più immaginario, lo spettatore è consapevole di assistere ad una artificiosa ricostruzione” e, ancora, lo spettatore “non sarà certamente portato a ritenere che sia stato scrupolosamente rispettato un criterio di verità”.
A questo punto non resta che stare vedere se ci saranno degli sviluppi, ma in ogni caso, al di là del torto o della ragione di questo o di quello, la fiction ha avuto il merito, spero, di sollevare l’argomento, affrontando la questione delle pale eoliche anche da un punto di vista che il grande pubblico non è abituato a considerare: quello degli esseri viventi non umani.
Intanto, a questo proposito, in altre parti del mondo si spremono menti e si investono soldi proprio per cercare di far andare d’accordo la produzione di energia pulita e la salvaguardia dell’avifauna, come racconta sempre Rosita Cipolla nel blog sul sito Green me. Per evitare incidenti con rapaci ed altri uccelli un'azienda del Colorado ha realizzato delle pale eoliche intelligenti, che usano telecamere per avvistare gli uccelli e che si spengono quando questi si avvicinano troppo. Grazie ad un sistema denominato IdentiFlight queste telecamere combinano l’intelligenza artificiale con la tecnologia ottica ad alta precisione, riuscendo ad elaborare le immagini per determinare nel giro di pochi secondi la posizione, la velocità, la traiettoria e la specie del volatile nel raggio di un chilometro. Quando un uccello si avvicina troppo viene automaticamente inviato un segnale per spegnere la turbina, in modo da evitare le collisioni. Così gli uccelli vengono tutelati e la perdita di produzione di energia è ridotta al minimo.
Inoltre, identificando le singole specie, il software fornisce dati importantissimi ai ricercatori che ne studiano la distribuzione e le rotte migratorie.

Gli effetti positivi di questo tipo di turbine eoliche sull’avifauna sono stati confermati anche da uno studio pubblicato qualche mese fa sulla rivista Journal of Applied Ecology e condotto da un team di scienziati e attivisti per l’ambiente statunitensi.
“I risultati suggeriscono che questa tecnologia ha il potenziale per ridurre il conflitto tra l’energia eolica e la conservazione dei rapaci” spiegano gli esperti. Dall’analisi è emerso che grazie all’impiego di pale eoliche che usano il sistema IdentiFlight il tasso di mortalità degli uccelli viene ridotto dell’82%.

Al momento le turbine eoliche che sfruttano il sistema IdentiFlight sono state installate soltanto in California, Oregon, Washington, Wyoming, Oklahoma, Tasmania e Germania… Chissà se nel magna magna che temo sarà generato dall’arrivo dei miliardi per il PNRR qualcuno qui da noi penserà agli uccelli e prenderà in considerazione questa possibilità?

Un altro importante tema ambientale proposto al grande pubblico (forse un po’ meno grande, vista la crisi del cinema) in un’opera “di fantasia”, è la siccità raccontata da Paolo Virzì nel suo ultimo film, ma di questo ha già scritto in modo magistrale Michele Serra nell’Amaca di sabato 22 ottobre.