«La stampa è sotto attacco perché ostacolo ad un modello a cui il potere ambisce da sempre, ovvero la cancellazione del pluralismo, l'annientamento del pensiero critico, la diffusione del pensiero unico. L'attacco ai giornalisti è l'attacco stesso al diritto di essere informati: cittadini meno informati o disinformati sono cittadini meno liberi». Questa la cifra del discorso con cui il segretario della Federazione della Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, ha aperto ieri a Levico Terme il XXVIII congresso della Fnsi. Gli insulti e le ingiurie, ha sostenuto Lorusso, “fanno parte di un attacco ai principi stessi della nostra Costituzione. I giornalisti danno fastidio perché sono il principale contrappeso della democrazia. Servono coraggio e determinazione per dare nuova dignità alla categoria. Devono prevalere il dialogo, il confronto in un clima di reciproca legittimazione e il senso di responsabilità: a queste condizioni ci siamo e ci saremo sempre. Ma nessun confronto è possibile con chi si pone come obiettivo la delegittimazione e l'annientamento dell'interlocutore».Il congresso è dedicato alla memoria di Antonio Megalizzi, il giovane cronista rimasto ucciso nell’attentato di Strasburgo dello scorso dicembre
La parte più sostanziosa della relazione del segretario si è concentrata sulla situazione del mercato del lavoro giornalistico e sul precariato dilagante che lo attanaglia: «Al centro della nostra azione vi è il lavoro, oggi veicolo di diseguaglianze ed esclusione sociale. Giornalisti più deboli sono più facilmente ricattabili: non possiamo accettare che il lavoro subordinato subisca la cancellazione di diritti e garanzie. Inclusione e dignità sono le due parole chiave attraverso le quali passa il rilancio del settore e della categoria».