Sarebbero sinora una ventina i giornalisti uccisi in Ucraina dal 24 febbraio, giorno di inizio dell'invasione sferrata delle truppe di Putin. Il primo fu Dealerbek Shakirov, reporter del settimanale Around You, ucciso dai russi il 26 febbraio nella periferia di Kherson. Tre giorni dopo, il 1° marzo, è toccatoi a Yevhen Sakun, cameramen del canale ucraino Live. Era al suo posto di lavoro nella tv tower delle trasmissioni televisive di Kiev colpita da un missile russo. Dieci giorni dopo un operatore del canale Sigma tv, Victor Dedov, è morto a Mariupol sotto un bombardamento russo. Disperso dal 13 marzo, Maksym Levin, 41 anni, fotografo e documentarista, è stato trovato morto il 2 aprile nel quartiere di Vyshgorod, nella zona di Kiev. Zelensky gli ha conferito al fotoreporter l'onorificenza postuma “per il coraggio”.
Una lista completa degli operatori dell'informazione vittime della guerra potrà essere possibile solo quando le truppe in campo smetteranno di combattere. Intanto, nei giorni scorsi, davanti al Media Centre di Leopoli è stata installata una mostra per ricordare i volti di chi ha già perso la vita per raccontarla questa guerra.
Si rileva il contributo di sangue fornito dai giornalisti stranieri. Brent Renaud stava lavorando a un documentario sulla crisi mondiale dei rifugiati per Time Studios. E' stato ucciso il 13 marzo da un colpo di mortaio russo mentre si trovava sul ponte di Irpin, nella periferia di Kiev, per seguire l’evacuazione dei civili. Insieme a lui si trovava il collega Juan Herrera Arredondo che è stato ferito nell’attacco al checkpoint russo. Due giorni dopo a Horenka sono stati uccisi il cameraman di Fox News Pierre Zakrzewsky e la giornalista ucraina Oleksandra Kurshinova, che gli faceva da guida. Con loro c’era anche il corrispondente di Fox News, Benjamin Hall, rimasto gravemente ferito nell’attacco. Nei bombardamenti di Kiev è morta il 23 marzo anche Oksana Baulina, giornalista russa per il giornale indipendente The Insider...