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LE ASSAGGIATRICI
di Rosella Postorino

TERESA MADONIA

«Che cosa permette agli esseri umani di vivere sotto a una dittatura?». Amara riflessione quella di Rosa Sauer, protagonista del romanzo Le assaggiatrici di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello di quest’anno. Una domanda cui non è possibile rispondere perché in essa si nasconde il più recondito sentimento dell’animo umano: lo spirito di sopravvivenza per sé e i propri cari. Una domanda però che spinge a un’altra riflessione: quanto è stato ed è difficile resistere, opporsi alle logiche del potere?
Il romanzo della Postorino è un mix esplosivo che tiene attaccato il lettore alle pagine: la storia di una donna costretta a lasciare Berlino a causa della guerra e che, rifugiatasi nella campagna di Gross – Partsch, dai suoceri, mentre il marito è al fronte, viene obbligata a servire il Führer, assaggiando assieme ad altre nove compagne, i pasti a lui destinati prima che gli vengano serviti. Un lavoro vero e proprio, retribuito con 200 marchi al mese… Ed ecco la paura, anzi due tipi di paura: quella di morire, ma anche la paura della ribellione. Sì, perché Rosa vorrebbe ribellarsi: Hitler in fondo è colui che ha mandato in guerra il suo Gregor. Lo rivedrà? E le altre donne rivedranno i loro uomini? E le leggi razziali...come giustificarle? Rosa, da vittima, improvvisamente si sente complice, carnefice, colpevole di assecondare il regime. Non si ribella nemmeno di fronte al Tenente Ziegler che la seduce. La sua coscienza è animata da pulsioni diverse sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista umano/spirituale. Chissà se anche Margot Wölk, la donna a cui l’autrice si è ispirata avrà provato gli stessi sentimenti? Non lo sapremo mai; ma se a 96 anni, prima di morire, ha voluto rivelare l’esistenza di quel “lavoro” svolto per il Führer ai tempi della guerra, forse l’ha fatto per chiudere un conto. Peccato che la Postorino non abbia fatto in tempo a raccogliere la sua testimonianza.
Un romanzo meritevole di interesse, oltre che per la qualità della scrittura, - il suo essere scorrevole e accattivante, - anche per quello che rappresenta: gli effetti che può avere la guerra, un regime totalitario, una pazzia collettiva, sulla vita privata della gente.

Il romanzo trasmetterà al lettore il sapore dell’amore, dell’amicizia tra donne, della trasgressione, dei sentimenti che rimangono vivi nel tempo, della solitudine e del ricordo; insegnerà l’importanza della memoria storica che deve fare da monito alle nuove generazioni. E poi? Infonderà una sicurezza in ogni uomo che ha un conto aperto con il proprio passato: quella che, alle volte, questo conto può essere saldato con un bacio, ultimo gesto di tenerezza tra due persone che si sono amate. 

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