Paolo Crepet, oltre ad essere un noto volto della televisione, è prima di tutto psichiatra, sociologo e scrittore prolifico ed appassionato che ci fornisce, attraverso i suoi testi, un’attenta analisi della nostra società e attualità. Il professor Crepet è cresciuto in una famiglia di artisti: il suo nonno paterno, Angelo è un pittore (amico tra l’altro di Amedeo Modigliani), mentre il nonno materno è un ceramista. Quest’esperienza ha influenzato la sua concezione della vita, del bello e della felicità: “La mia famiglia mi ha insegnato il valore della creatività, dell’immaginazione, del bello. Tutto parte dalla ricerca della felicità e per questo credo che la psichiatria sia l’arte di rimuovere gli ostacoli alla felicità. Sono convinto che la psichiatria abbia più a vedere con l’arte che con altro.”
E sono convinta, dopo averlo letto, che il suo ultimo lavoro, Passione, possa essere una guida verso la felicità, perché per essere felici bisogna assecondare le proprie passioni. Per vivere in maniera intensa, per vivere veramente godendo a pieno di ogni singolo istante è necessaria la passione. L'etimologia del termine passione è riconducibile al greco πάθος, termine che pur racchiudendo il senso della sofferenza, indica una forte emozione. Per tale motivo, passione indica sia un momento di profonda sofferenza, ma nel suo senso più comune indica un desiderio, un trasporto dell'animo che il pensiero ha sempre contrapposto al λόγος, alla ragione come le due forze polarizzanti dell'uomo.
Paolo e Francesca, Alex Zanardi, Reinhold Messner, Angelo D’Arrigo, Leonardo Da Vinci, Walt Disney, Maria Teresa, Martin Luther King, Gandhi, Mandela, Steve Jobs, Bill Gates, Giulietta e Romeo, l’artista che ogni giorno si alza e non può fare a meno di creare, lo scrittore che non può stare lontano dalla penna, l’amante che si rigira nel letto senza riuscire a prendere sonno perché vorrebbe condividere il talamo con l’amata, non sono che alcuni esempi di uomini e donne che hanno scelto di vivere secondo passione in una sfida con sé stessi e col mondo per vivere appieno e godere.
Il professor Crepet, nel suo ultimo libro, descrive la passione come minimo comune esistenziale e godere, verbo forse troppe volte censurato, ma che deve o dovrebbe essere invece uno dei principali obiettivi dell’educazione. Oggi le passioni spesso si censurano, gli adulti preferiscono crescere giovani addomesticati, indifferenti, pieni di paure per esorcizzare la paura… e la responsabilità è in parte degli adulti che tendono a proteggere i propri figli al punto da impedire loro di spiccare il volo ma anche dei ragazzi che devono prendersi le proprie responsabilità per superare quella selezione darwiniana che c’è sempre stata. Quindi la lentezza tipica di parte delle nuove generazioni è un mix di educazione e tecnologie digitali: il risultato è che ragazzi e ragazze tendono ad aspettare che il problema sia risolto da altri piuttosto che provare ad affrontarlo da soli con le proprie forze e il proprio ingegno. Inoltre il professor Crepet sottolinea come i giovani facciano fatica ad avere qualità nelle relazioni e preferiscano accontentarsi. Quindi, convinto che gli esempi valgono più delle parole, ha scelto di incontrare per loro dei maestri: tre testimonianze di, come li definisce, campioni della passione: il jazzista Paolo Fresu, Alessandro Michele, direttore creativo di una nota casa di moda, e il più celebre architetto contemporaneo, Renzo Piano. Personaggi di età diverse, che hanno fatto cose diverse ma che possono essere un ottimo esempio per i giovani.
Per il professore anche la politica è cambiata. Ormai solo per pochi è ancora il sogno di contribuire a costruire un mondo migliore, per la maggior parte è arrivismo, tornaconto personale. Leggendo Passione mi è tornata in mente la canzone di uno straordinario e intramontabile Giorgio Gaber, in cui l’artista si chiede cosa sia la destra o la sinistra per poi arrivare alla conclusione che l’ideologia è passione. Ma, come giustamente scrive il professore Crepet, la passione, necessaria a cambiare il mondo, è esercizio faticoso per chi non è abituato a mettere impegno in ciò che fa e preferisce scommettere sull’individualismo, sulla paura della diversità, persino su un tweet o un selfie, ammalando la passione per la politica.
È stato interessante leggere
Passione da insegnante, da madre e da donna che vive questa attualità, spiegata in modo diretto attraverso esempi concreti e con una scrittura semplice e scorrevole in cui è come se l’autore dialogasse amichevolmente con il suo lettore inducendolo con le sue riflessioni a riflettere. Mi piace concludere riportando una frase molto significativa del professore: “Dovresti
imparare che la
vita, come l’
amore, è l’
unico business il cui bilancio deve finire in rosso: bisogna dare tutto senza calcolare ciò che ci viene riversato. Quello che diamo agli altri è nostro per sempre, mentre quello che si tiene per sé è perso per sempre.”
E noi siamo pronti ad essere fuoriclasse della nostra vita?