L’amico Sallusti ha scandito l’angoscia da incubo argentino, raccontandoci la difficoltà di ritirare dal suo conto in banca, la bilionaria cifra di 2mila euro. Troppi soldi, senza la firma del dirigente, «non possumus», sentenzia il cassiere, configurando il paradosso del bancario che non subisce ma compie egli stesso la rapina. L’ansia sale leggendo il lavoro di Aldo Forbice e Giancarlo Mazzuca: «I Faraoni/ come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l’Italia» (Piemme, pagine 299, euro 17,50). Forbice e Mazzuca ci spiegano che se le perdite sono davvero devastanti, come nel caso di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, vieni ricompensato con uno stipendiuccio annuo di 9.426.000 euro, stock option a parte. Per i banchieri, infatti, i milioni diventano davvero bruscolini. Nel 2007, Matteo Arpe ha preso 37 milioni di euro. Che dire dei giudici costituzionali, stremati dalla fatica, quasi 7 giorni lavorativi al mese, in tutto circa mille ore all’anno tant’è che hanno bisogno di almeno tre segretari e un nugolo di assistenti? Si stancano tanto che hanno messo a loro disposizione, quand’anche residenti a Roma, appartamenti per pennichelle ed altro. Quando all’orizzonte si staglia la panchina ai giardinetti si beccano liquidazioni mirate: Gustavo Zagrebelsky, il cattoscalfariano, s’è portato via 907.000 euro, più una pensione mensile di 21.332. Non sta bene, in tempi di vacche magre, far sapere al contadino quanto formaggio e quante pere si pappano coloro che, oggi, riescono a far rimpiangere finanche i vecchi boiardi di Stato. Questo libro, però, lo denunzia alto e forte, elencandoci sprechi, inefficienze, privilegi. Province, Tar, Cnel, Corte dei conti, etc. etc. potrebbero essere riarsi e soppressi. Forbice e Mazzuca hanno fatto un lavoro apprezzabile, salvo la parte riguardante i giornali, dove emerge animosità e malanimo. Chissà, essendo due bravi giornalisti hanno voluto strafare, per dimostrare d’essere capaci di far le pulci anche al proprio mondo. La sensazione è, però, che ci sia qualcosa di personale. Fatto è che, analizzando la questione dei finanziamenti statali all’editoria, Forbice e Mazzuca non se la prendono col legislatore e con quanti ricevono una barca di soldi, potendone fare a meno (giornali dei poteri forti: Fiat, Vaticano, Confindustria, etc.etc.). E neppure con la miriade di foglietti con un numero di lettori inferiore ai redattori; no, i due colleghi sparano a zero su Vittorio Feltri, il quale ha avuto il torto, forse imperdonabile, d’esser riuscito a far nascere con due lire e due redattori un quotidiano, Libero, che, conquistando lettori da tutte le parti, si è attestato su livelli di copie vendute da vero e proprio miracolo editoriale. Non sarà la sacra sindone, ma resta un portento che i posteri increduli studieranno e sottoporranno a minuziosi esami scientifici. Nonostante questa pecca, «I Faraoni» sono un fresco di stampa da non perdere.
GIANCARLO LEHNER
(da Libero, 8 aprile 2009)
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I FARAONI
Come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l’Italia
di Aldo Forbice e Giancarlo Mazzuca:
Piemme, pagine 299, euro 17,50