"Da tempo il cavallo di viale Mazzini ha smesso di correre: si è accasciato sulle zampe posteriori, dicono in molti; pochi giurano che stia balzando su, con un impeto improvviso, con una nuova energia. Il fatto è che la Rai non sa più dove andare, a cosa deve servire, quali sono le ragioni della sua esistenza che molti mettono radicalmente in discussione. C’è chi la vuole riformare, chi la vuole azzerare. Ma a quale scopo? In quale logica? Ancora, e da troppo tempo, la scuotono i venti della politica (o meglio della partitocrazia), bufere prepotenti si accaniscono su di lei, tentano di imporle le proprie rotte: chi la vuole totalmente in balia dei venditori di format che ormai controllano il palinsesto, chi la vuol dimagrire perché sia ancora più fragile e vulnerabile, chi invece mettere in formalina trasferendo ad altre emittenti radiotelevisive la concessione del servizio pubblico. Tutto questo è già scritto nelle cose, a meno che non si torni daccapo a pensare che cosa può e deve essere un servizio pubblico radiotelevisivo". Ripercorrendo con lucidità affilata e rigorosa gli ultimi decisivi 15 anni della storia del servizio pubblico e prima di proporre soluzioni radicali e perfino sovversive, Squizzato analizza le cause di una malattia mortale che ha portato oggi la Rai, come ha ammesso lo stesso presidente Garimberti, “ad una lenta agonia” da cui non ci sarà ritorno: “o si cambia o il nostro destino è segnato”. Le riflessioni e le proposte di riforma dell’autore non sono offerte solo ai politici e agli addetti ai lavori, ma anzitutto ai lavoratori della Rai, alle associazioni degli utenti, ai sindacati, al mondo della cultura, dell’educazione, delle realtà produttive ed editoriali, all’intera società che ha diritto ad esigere un servizio pubblico radiotelevisivo all’altezza delle nuove sfide epocali proposte dai tempi difficili che viviamo. (Dalla quarta di copertina)
Gilberto Squizzato (1949) è giornalista, regista e autore televisivo. Ha girato per la Rai centinaia di inchieste e reportage e una lunga serie di docu-film, real movie e fiction che hanno ricevuto riconoscimenti in tutta Europa, da "I racconti di Quarto Oggiaro" all’"Uomo dell’argine" a "Suor Jo - I gialli dell’anima". Insegna al Master di Giornalismo dell 'Università Statale e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano.
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LA TV CHE NON C'E'
di Gilberto Squizzato
Prefazione di Beppe Giulietti, Portavoce dell'Associazione Articolo 21
Nota di Roberto Natale, Presidente della Federazione Stampa Italiana l'autore
Editore Minimum fax
Pagine: 237
Prezzo: 13 euro