Una via nuova attraverso il piacere e la bellezza. È quella che ci indica Oscar Farinetti nel suo libro “10 mosse per affrontare il futuro” edito da Solferino. L'imprenditore e scrittore ha scelto Leonardo da Vinci per discutere delle sue dieci pratiche per avviarsi nella giusta direzione. La destinazione finale è il futuro che l'autore considera l'obiettivo assoluto. In un mondo incerto e competitivo, Oscar Farinetti sostiene che c'è solo un modo per non lasciarsi sopraffare dal futuro e trovare modi concreti per affrontare le sfide che ci aspettano: progettarlo, giorno dopo giorno, seguendo dieci semplici pratiche. Scritto con un linguaggio chiaro e accessibile, “10 mosse per affrontare il futuro” è un libro che ci invita a proiettarci verso il futuro con fiducia, combinando l'insegnamento dei grandi del passato con le sfide e le opportunità del presente. Per far funzionare le dieci mosse che Oscar Farinetti suggerisce è necessario però un impegno collettivo che può nascere solo da una cultura condivisa, la sola che può spingere all'azione e al cambiamento, sempre all'insegna del “piacere e della bellezza”. Di tutti questi temi e della sua inguaribile passione per la scrittura parliamo direttamente con l'autore.
Oscar Farinetti, con quali parole potrebbe sintetizzare la sua ricetta per affrontare il futuro?
“Il futuro è provarci” e metterei perfino un punto esclamativo alla fine per sottolineare quanto io creda nel nostro impegno personale. Leonardo da Vinci diceva: “Godo in sovrappiù a provarci che a farcela” e aveva perfettamente ragione perché se non ci proviamo non ce la facciamo. Provandoci siamo già a metà dell'opera. Se per caso non ce la facciamo, vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa ma da lì possiamo ricominciare.
Il sottotitolo del suo libro è “Una via nuova attraverso il piacere e la bellezza”. In che modo proprio il piacere e la bellezza possono aiutarci ad affrontare il futuro in una maniera diversa?
Nel libro non parlo tanto di regole quanto di sentimenti. Le regole sono secondarie e vengono dopo i sentimenti. Se non hai buoni sentimenti qualsiasi regola non tiene. C'è già la regola che non si butta per terra, che non si scrive sui muri, che bisogna pagare le tasse. Ci sono tante regole ma non le applichiamo perché abbiamo cattivi sentimenti. Nel mio libro parlo sempre di sentimenti. In particolare, tra le mie dieci mosse per affrontare il futuro ce ne sono tante che si riferiscono al piacere e alla bellezza. Per esempio c'è la mossa “From duty to beauty” dove spiego che bisogna smetterla di dire che è necessario comportarsi bene per senso del dovere. Ad esempio dico che il fatto di relazionarsi diversamente con il nostro pianeta per salvare la vita umana va raccontato non più come senso del dovere ma come bellezza. Insomma dobbiamo far sì che comportarsi bene diventi “figo”, piacevole, attraente: faccio la differenziata e mi sento “figo”, guido un'auto elettrica e mi sento “figo”, compro prodotti che durano il doppio e ne acquisto la metà e mi sento “figo”, compro cibi biologici e mi sento “figo”. Se saremo capaci di presentare il rispetto per l'ambiente come qualcosa di bello e piacevole ci vorrà molto meno tempo per raggiungere l'obiettivo.
Qual è il ruolo di Leonardo da Vinci nel suo libro e come contribuisce a dare autorevolezza ai dieci consigli che lei propone?
È un ruolo fondamentale perchè Leonardo ha affrontato il tema del futuro per tutta la sua vita con un approccio mentale di grande piacevolezza. Ho scelto Leonardo anche perché lui era un laico che cercava di dare sempre una risposta alle cose e rifiutava il senso del mistero che a quell'epoca era ancora più in voga di adesso. Con il mistero apparentemente si risolve tutto ma in realtà non è così. Lui era un laico e si occupava di cercare sempre il perché. Infatti diceva: “Godo più a fare le domande che a trovare le risposte, godo più a incominciare che a finire”. Secondo me nessuno è più autorevole di lui perché è cintura nera di tutti i tempi dell'avvenire. Il ruolo principale di Leonardo nel libro è esprimere il suo parere sulle mie dieci mosse. Io scrivo come si attuano secondo me queste pratiche e poi lui le commenta in base al suo tempo. Andando avanti nel libro si capisce però che, parlando continuamente del futuro, anche lui è curioso di ciò che è successo dopo la sua morte. Siccome del suo futuro faccio parte anch'io che sono nato cinque secoli dopo, gli racconto cosa è successo attraverso quindici racconti brevi, da Marilyn Monroe a Kennedy, dal maggio francese a New York.
Il suo libro è dedicato a tutti i giovani della generazione Z. Quale potrebbe essere una delle strategie chiave da proporre a questi ragazzi per affrontare il loro futuro in modo diverso e contribuire a migliorare le condizioni del nostro pianeta?
La strategia è nella mossa numero sette che si intitola “Restare giovani”. Il segreto è cercare di restare giovani per tutta la vita. Soprattutto quelli della parte finale della generazione Z, che hanno un'età compresa tra i diciotto e i venticinque anni, a me piacciono moltissimo perchè non hanno la sicurezza di avere un maggior benessere rispetto ai propri genitori e quindi si stanno dando da fare. Li vedo tutti con le loro borracce, li vedo rispettare l'ambiente, li vedo avere un approccio migliore. Siccome la mossa numero sette raccomanda di non parlare sempre di sé ma di occuparsi del bene comune, io consiglio di continuare a farlo per tutta la vita. È l'unico trucco per restare giovani. Io infatti sostengo che si può essere giovani a tutte le età come si può diventare vecchi da giovani. Il segreto per restare giovani è quindi occuparsi del futuro pensando al bene comune e non solo al proprio.
Lei è autore di molti libri. Da dove nasce il suo amore per la scrittura e come concilia questa sua passione con la sua attività imprenditoriale?
È un amore che nasce da sempre, da quando ero piccolo. Io ho frequentato il liceo classico e ho sempre amato scrivere. Ho scritto tanti romanzi e tanti saggi che non ho mai pubblicato. Scrivo tutti i giorni, appena ho cinque minuti di tempo se mi viene in mente qualcosa la scrivo. Scrivo però soprattutto di sera e al mattino presto cosi riesco a conciliarlo con il mio lavoro. Scrivere mi dà orgasmo e poi, dopo aver scritto una serie di pensieri, li metto insieme. Il tema del futuro c'è in quasi tutti i miei libri. Come diceva Hemingway “In fondo scriviamo lo stesso libro per tutta la vita”. In un certo senso anch'io scrivo lo stesso libro in forme diverse. Ovviamente per scrivere bisogna leggere e il mio obiettivo è far venire voglia alla gente di leggere. Infatti alla fine dei miei libri pubblico la bibliografia non come un semplice elenco di testi ma la romanzo anche un po', cioè spiego perché ho letto tutti quei libri e cosa ci ho trovato. In questo modo magari al mio pubblico viene voglia di leggere di più. Come ho scritto anche nel libro, leggere serve a farsi venire dei dubbi perché è con le domande che si crea futuro e si risolvono i problemi. Tutti i miei libri sono un invito a leggere non solo quelli scritti da me ma i grandi classici, le grandi opere che mi hanno cambiato la vita e la possono cambiare a tante altre persone.